ESTORSIONI: 'PIZZO' PER 15 ANNI A RISTORANTE, 8 ARRESTI A GELA
(AGI) - Caltanissetta, 21 lug. - Otto arresti per l'estorsione al titolare di una rosticceria di Gela (Caltanissetta), per 15 anni vessato da uomini di Stidda e Cosa nostra, che gli chiedevano il 'pizzo' per Natale, Pasqua e ferragosto e andavano a mangiare e a bere a sbafo. La vittima avrebbe riferito agli inquirenti che fra coloro che avrebbero avanzato richieste di denaro c'e' anche il figlio di un impiegato all'epoca dei fatti capufficio al Comune. E' stata la Squadra Mobile di Caltanissetta, a far luce sulle estorsioni ai danni del ristoratore, noto come "zio Ciccio". Le otto ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip Lirio Conti su richiesta del sostituto procuratore della Dda Onelio Dodero, ed eseguite nell'operazione denominata "Supernova". I provvedimenti di custodia cautelare sono stati notificati in carcere a Crocifisso Maganuco, 35 anni, Marcello Scerra 37, Benedetto Zuppardo, inteso "Alessandro", di 31 anni, oggi collaboratore di giustizia, Salvatore Di Maggio inteso "Toto'", di 26 anni, Rocco Ferlenda, detto "Rocco 'u nivuro", di 40 anni, Rosario Gueli, 37 anni, Carmelo Raniolo, 36 anni e Vincenzo Di Giacomo, detto "Vincenzu u catanisi", di 43 anni, tutti di Gela. Secondo le accuse rivolte avrebbero imposto il pizzo al ristoratore dal 1992 al 2007. Per 11 anni, il commerciante, per la "messa a posto", sarebbe stato costretto a versare nelle casse dei clan gelesi somme che variavano dalle 300 alle 500 mila lire, poi tramutati in euro. I soldi erano richiesti "per le famiglie dei detenuti". I due clan si alternavano nella riscossione del pizzo secondo la pax mafiosa raggiunta da Stidda e Cosa nostra. In un caso la vittima si rifiuto' di pagare la somma di un milione di lire e rischio' l'incendio del locale, che poi non avvenne grazie all'intermediazione di due boss.
|