L’incontro con i ragazzi dell’Istituto Branchina di Adrano è stato certamente uno dei più belli tra quelli sin qui organizzati dalla nostra associazione impegnata a promuovere il “Progetto scuole” negli istituti scolastici di Catania e provincia. Avevamo promesso ai ragazzi di pubblicare sul sito alcune delle domande rimaste senza risposta per mancanza di tempo, onoriamo oggi questo impegno scusandoci per il ritardo e ricordando con gioia quei momenti.
Quale è lo scopo di questo incontro? Salvo: lo scopo di quest'incontro è quello di confrontarci su un tema d'interesse comune, la legalità e la lotta al racket delle estorsioni. L’incontro non ha alcuna pretesa "accademica", non vuole essere una lezione,ma, piuttosto, uno scambio di opinioni ed informazioni.
Come possiamo entrare a far parte della vostra associazione?
Salvo: E' sufficiente condividere i progetti e partecipare alle riunioni che si svolgono presso la nostra sede.
Come possiamo noi giovani collaborare alla crescita della vostra associazione? Possiamo collaborare alla raccolta delle firme?
Sandro: Chiunque può contribuire a darci una mano. Addiopizzo è un sistema che per funzionare" ha bisogno dell'impegno, serio e reiterato nel tempo,di ciascuno di noi.
Si può contribuire sotto diverse forme: - puoi fare conoscere il progetto e l'associazione ai tuoi amici, parenti ecc. e chiedere a loro di parlarne a loro volta con i loro conoscenti. - puoi raccogliere liberamente le adesioni per il progetto sul consumo critico (a tal proposito ti consiglio di leggere la sezione "progetto" del nostro sito) - puoi partecipare attivamente ai nostri progetti come volontario
Se io volessi acquistare solo nei negozi che non pagano il pizzo come faccio a riconoscerli?
Sandro: La ditta che entrerà a fare parte della lista "pizzo-free" esporrà il logo dell'associazione all'esterno della propria vetrina. In ogni caso, la nostra associazione, pubblicizzerà la lista mediante opportuni organi di informazione Il consumatore potrà quindi rintracciare il negozio che non paga il pizzo sulla base dei propri bisogni
Per far uscire un amico dalla mafia cosa bisogna fare?
Salvo: non è possibile rispondere in maniera univoca a questa domanda, non c’è, infatti, una ricetta universale dal momento che ogni vicenda ha delle connotazioni particolari. Sicuramente può essere utile cercare di fargli capire che far parte della mafia è una scelta senza futuro che spesso si conclude con la morte o con il carcere.
Perché in un paese le forze dell’ordine intervengono solo dopo che qualcuno viene ucciso? Grazie.
Salvo:le forze dell'ordine non sempre sono in grado di prevenire gli omicidi ma questo non significa che non siano presenti in paese, è normale poi che la loro presenza sia avvertita e diventi più visibile in occasione di eventi delittuosi particolarmente efferati ed eclatanti.
Davide: non è proprio esatto che le forze dell'ordine intervengano dopo che viene ucciso qualcuno. Esse si impegnano durante tutto l'anno nel loro lavoro, magari lo fanno senza esporsi, senza andare a dire sempre ai giornali quali sono le operazioni e come vanno. Piuttosto è il caso di chiedersi perchè alcune "cretinate" prendono pagine intere di giornale, e magari alcune importanti operazioni delle forze dell'ordine non trovino adeguata pubblicità Non vi è dubbio poi che in alcune occasioni (vedi il caso di Andrea Vecchio) lo stato reagisca in modo forte anche per dare un segnale forte.
Chiedere o concedere una raccomandazione è senza dubbio un atto mafioso. Non pensate, però, che a volte sia l’unica soluzione per riuscire ad entrare nel mondo del lavoro?
Salvo: No, non lo pensiamo. Riteniamo invece che chi è veramente valido non ha bisogno di alcuna corsia preferenziale, di alcuna raccomandazione perchè riuscirà comunque a dimostrare il suo valore senza dover "ringraziare" nessuno.
Ci sono persone che sono state arrestate per aver commesso un omicidio, gli viene dato l’ergastolo, e poi per buona condotta, vengono scarcerati.Che senso ha?
Salvo:trascorrere 20 anni in carcere ha un senso ed è quello, nella intenzione del legislatore, di dare comunque una possibilità a chi ha sbagliato, consentire cioè, sia pure dopo diversi anni, il reinserimento nella società di chi si presume abbia compreso l'errore commesso.
Secondo voi si può sconfiggere la mafia? Noi, il popolo e lo Stato siamo più forti di loro? Oppure è proprio lo Stato la Mafia?
Salvo:la mafia non è invincibile, è fatta di uomini quindi è naturale che debba avere fine. La domanda semmai è :quando riusciremo ad affrancarci da questo cancro? La risposta dipende soprattutto da noi. Ed è una risposta che non presuppone necessariamente gesti eroici quanto piuttosto la consapevolezza dell'importanza del rispetto delle regole nella vita di tutti i giorni. La nostra terra non ha bisogno di eroi ma di comuni cittadini onesti disposti a non barattare la propria dignità
Come possiamo vivere in un mondo dove Mafia e Stato sono la stessa cosa?
Sandro: Mafia e Stato non sono la stessa cosa. Diversamente dovremmo pensare che tutti i cittadini dello Stato Italiano siano dei delinquenti. Addiopizzo vuole essere una piccola dimostrazione di questo assunto dal momento che chiama a raccolta tutti coloro che si riconoscono nei principi della legalità e dell’onestà Diceva Mahatma Gandhi: "Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo". Non prendiamocela con "lo Stato", perchè "lo Stato" siamo ciascuno di noi e si può cominciare anche dalle piccole cose come: non gettare una carta per terra e avere rispetto per un compagno di classe indipendentemente dagli errori che può commettere, ed ancora, tanto per fare un es. denunciare se ci rubano il motorino, invece di ricorrere come spesso accade al cd. "amico"
E’ vero che lo Stato protegge, ma è anche vero che all’interno dello Stato stesso non ci si può fidare al 100%, questo lo deduciamo da alcune testimonianze. E quindi l’imprenditore non è spinto a denunciare perché non ha tanta fiducia … E’ un’impressione sbagliata?
Sandro: si sono verificati casi in cui per ragioni burocratiche vi è stato un rallentamento nell’erogazione delle somme previste dalla legge in favore di chi ha subito dei danneggiamenti causati dal racket delle estorsioni, si tratta comunque di eccezioni La mancata fiducia nello Stato spesso è legata al cattivo esempio generato da taluni soggetti politici cui si contrappone tuttavia l’azione di contrasto delle forze dell'ordine come testimoniato dai recenti arresti di personaggi di spicco della criminalità organizzata. L'imprenditore che si rivolge alle forze dell'ordine può avere totale fiducia. Lo Stato infatti protegge chi si espone denunciando il racket
La mafia ha ucciso tantissime persone anche per il pizzo. Come fate a dire che è solo una minaccia e che non uccideranno nessuno visto che ci sono stati tanti casi del genere? E noi cosa dobbiamo fare? Se alla mafia contribuiamo tutti noi nel nostro piccolo?
Agata: è un dato di fatto che a Catania non sono state uccise persone che si sono rifiutate di pagare il pizzo, non lo diciamo noi ma i fatti e le indagini di magistrati e forze dell'ordine. La mafia si nutre di silenzi e paure e grazie a questi cresce e si rafforza.I silenzi e le paure sono spesso alimentate da luoghi comuni, come quello che se non paghi poi ti ammazzano, che alla mafia conviene tenere vivi. E’ chiaro che i mafiosi si servono della paura per estorcere denaro e la provocano minacciando, intimorendo, anche in maniera pesante, ma uccidere non conviene neanche a loro. Perchè? Le condanne per omicidio sono più pesanti di quelle per estorsione e questo i mafiosi, che temono mooolto la galera, lo sanno; in caso di omicidio avrebbero addosso le forze dell'ordine e il territorio non sarebbe più tanto tranquillo, e in più susciterebbero l'ira e l'indignazione dell'onesta società civile; inoltre uccidere un imprenditore significa dire addio alla possibilità di estorcergli denaro. Libero Grassi, è vero, è stato ucciso, ma era da solo! Gli altri imprenditori non lo hanno sostenuto e la mafia ha approfittato della loro paura per eliminare un personaggio scomodo prima che potesse, con le sue verità e il suo coraggio, coinvolgere e trascinare nella ribellione altri imprenditori. E’ dell'unità, della verità e del coraggio di non tacere la mafia ha paura! Oggi gli imprenditori sono più uniti e la società civile è più attiva, inoltre se sempre più commercianti si unissero sarebbe ancora più improbabile la possibilità che la minaccia di morte si trasformi in realtà: cosa dovrebbero fare? Ammazzarli tutti? Noi cosa dobbiamo fare? Non alimentare certi luoghi comuni che "fanno bene" ed aiutano la mafia a raggiungere il suo intento, fare rete e sostenere gli imprenditori, informarci e cercare di eliminare l'inconscio atteggiamento mafioso che ci fa scegliere la via del silenzio e del menefreghismo
Davide:per quanto riguarda gli omicidi legati ai fenomeni estorsivi, non è esatto che ce ne siano stati tanti. Dall'omicidio di Libero Grassi avvenuto più di 15 anni fa nessuno è stato ucciso perché ha denunciato. Libero grassi fu ucciso semplicemente perchè oltre ad avere denunciato, venne lasciato solo da tutti, istituzioni, gente comune, e dagli altri imprenditori. Inoltre dal punto di vista penale non conviene nemmeno ai mafiosi uccidere, una cosa è una condanna per estorsione, una cosa per omicidio. Per quanto riguarda il 2° quesito, noi possiamo iniziare a cambiare le nostre teste, a studiare, a leggere ad informarci, ed informare, ad aprire gli cchii alla gente, per renderla capace di vedere quello che tutti vogliono nascondere. Onestamente non sono d’accordo con chi dice che tutti contribuiamo alla mafia....
Perché la mafia non è stata battuta nonostante ci siano associazioni e movimenti contro la mafia?
Davide: La mafia purtroppo è un fenomeno che va al di là delle associazioni antiracket, ci vorrà tempo per "batterla". Occorrerà una vera e propria rivoluzione culturale, si deve imparare a rigettare tutto quello che è insito nella mentalità mafiosa...le raccomandazioni...il clientelismo...allora quando la gente cambierà il proprio modo di pensare e di "vivere" forse saremo vicini a vincere...tutti dobbiamo essere protagonisti...nel nostro piccolo...
Come possiamo scegliere chi votare visto gli ultimi fatti di cronaca che hanno coinvolto il nostro Presidente della regione?
Davide: la scelta su chi votare va fatta informandosi sui candidati senza limitarsi a dare ascolto alla semplice propaganda elettorale spesso di facciata, evitando per es. di votare un candidato solo perché è amico o amico dell'amico. Bisognerebbe votare chi si dimostra più affidabile non per quello che dice ma per quello che ha fatto in passato e fa nel presente...evitando di accordare la preferenza a soggetti che siano rimasti coinvolti in indagini di mafia
Se un soggetto denuncia la mafia come viene protetto dallo Stato? Ci sono stati molti casi in cui molte persone hanno perso la vita perché si sono opposte al pagamento del pizzo, perché voi dite l’opposto, cioè che le persone che non pagano il pizzo non rischiano di essere uccise?
Salvo:in alcuni casi particolarmente gravi la tutela dello Stato può concretizzarsi nel fornire all'imprenditore\commerciante che ha denunciato una scorta oltre che la vigilanza sui beni oggetto dell'estorsione. Non è esatto affermare che molte persone hanno perso la vita perchè si sono opposte al pagamento del pizzo. L'ultimo omicidio di un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare risale al 1991. In quel caso, come già detto, Libero Grassi venne lasciato solo tanto da costituire un facile bersaglio. Oggi per fortuna le cose sono cambiate, l'adesione alle associazioni antiracket evita l'isolamento e consente una drastica riduzione del rischio di ritorsioni da parte delle organizzazioni criminali.
Secondo me, nonostante voi avete detto che non esista la minaccia di morte, io sostengo che ci sono persone che possono arrivare a tale atto.
Salvo D: Certo tutto è possibile, specie se impegnandosi concretamente sul fronte dell'antimafia, si riesce a toccare sul serio gli interessi mafiosi, ma questo pericolo è storicamente provato che sussiste ogni qual volta il soggetto che fa antimafia o si ribella ad essa è lasciato solo. Per quel che riguarda la nostra iniziativa il nostro principale scopo è proprio quello di aggregare i commercianti che si oppongono alla mafia dicendo no al pizzo nel maggior numero possibile, così da rendere decisamente improbabile delle ritorsioni di massa. (ricordate lo slogan dei nostri amici calabresi all'indomani dell'omicidio Fortugno? "Adesso ammazzateci tutti", la frase è una sfida alla mafia che sintetizza bene il principio che più siamo uniti e numerosi e più diventiamo intoccabili) Stesso principio vale per gli aderenti alla nostra associazione,siamo in tanti,miriamo ad essere ancora di più e siamo riconosciuti e sostenuti dalle istituzioni.
Non vi sembra che le forze dell’ordine siano anch’essi soggetti alle intimidazioni mafiose?
Beppe: Una cosa e' essere soggetti alle intimidazioni, altra cosa e' cedervi. Le forze dell'ordine, come i magistrati, sono la parte piu' esposta a pericoli di ritorsioni, perche' con la loro azione, se condotta correttamente, vanno direttamente a colpire i mafiosi. Quindi ci si dovrebbe preoccupare quando le forze dell'ordine NON sono minacciate dalla mafia, vorrebbe dire che non compiono il loro dovere. Tuttavia e' vero che ci sono casi di tradimento del dovere da parte di forze dell'ordine o magistrati; ma la mafia e' appunto questo, capacita' di infiltrare lo stato, altrimenti sarebbe delinquenza comune, che e' presente ovunque nel mondo e non solo nel meridione italiano. C'e' pero' anche da dire che un mafioso deve andarci molto cauto nel minacciare un esponente delle forze dell'ordine, perche' il rischio che si butti la zappa sui piedi e' molto alto. Consideriamo che una delle regole di base della mafia e' evitare di chiedere il pizzo a chi ha parenti nella polizia o nei carabinieri.
Cosa spinge le persone a far parte della Mafia?
Alfio: domanda alla quale non è facile dare una risposta, Roberto Saviano nel libro Gomorra che parla di un problema molto simile alla Mafia, la Camorra, in più parti accenna a quelli che ritiene possano essere i motivi ad indurre una persona a far parte di una organizzazione criminale. Saviano accenna al fatto che alla base di tutto vi debba per forza essere un ambiente piuttosto degradato, una povertà economica e di valori; un ragazzo decide di diventare camorrista perchè ciò gli garantisce di usufruire di benefici di cui i coetanei onesti non possono godere: la disponibilità di denaro che si trasforma in potere, la possibilità di "comprare" tutto ciò di cui si ritiene di avere bisogno, di occupare una posizione nella società che permetta di essere invidiati da tutti, che ad esempio attiri l'ammirazione degli amici o delle ragazze, l'avere innanzitutto anzichè essere. Sicuramente nelle nostre regioni in cui si vive in uno stato di maggiore degrado, in cui vi sono molti ambienti che rasentano la povertà, la possibilità di elevare la propria posizione è una molla che induce molti a scegliere la strada dell'illegalità. La mafia è alimentata dalla volontà della gente di ottenere senza per forza meritare, di volere tutto e subito...io onestamente sarò pure un matto, ma credo che non vi sia nulla che dia più soddisfazione del sentirsi di avere meritato un qualcosa, di essersela guadagnata col sudore, col sacrificio;forse non diventerò mai ricco ma penso di potere essere comunque felice,avendo un po' di meno ma essendo convinto che ciò sia stato guadagnato onestamente...secondo questa mia visione la mafia si combatte anche alimentando la cultura del merito.
Dopo il suo gesto di ribellione ha ricevuto altre telefonate di minacce da parte dell’associazione mafiosa?
Filippo Casella, imprenditore: dopo la denuncia non ho ricevuto nessuna minaccia o intimidazione mafiosa soltanto qualche furto di natura delinquenziale.
come mai non ha deciso sin dalle prime minacce ricevute di rivolgersi all' autorità giudiziaria?
Filippo Casella, imprenditore:la mia estorsione risale al primo semestre del 1998, sconoscevo le associazioni antiracket, la gente ne parlava poco, la maggioranza degli imprenditori accettava il pizzo come una cosa normale. La mia famiglia si è impaurita,io fino a quella data ero a conoscenza del fenomeno ma personalmente non mi era mai capitato di essere vittima.Parlandone in famiglia e con qualche amico imprenditore e valutando anche la pericolosità criminale che esisteva a quei tempi ho deciso di pagare,pensando che avrei risolto i miei problemi. Ma dopo poco tempo mi sono accorto che il loro intento era quello di arraffare sempre più soldi, non solo, nel periodo in cui ero soggetto ad estorsione ho continuato a subire furti e rapine organizzate dagli stessi estorsori. Sono passati quasi sei anni prima che riuscissi a venir fuori da questa drammatica situazione.
Ha avuto paura a denunciare i mafiosi? Che cosa pensava quando ha denunciato gli estorsori?
Filippo Casella, imprenditore: negli anni in cui ho avuto a che fare con questi delinquenti mi sono reso conto che sono degli sprovveduti,che loro paura ne hanno più di noi, ho visto in che condizione i boss vivevano al momento della cattura, le forze dell"ordine, la magistratura, le associazioni,la cultura della gente che è un pò cambiata,ne ho parlato con l"associazione di cui adesso faccio parte e ho denunciato i miei estorsori. Ansi adesso che da un paio di anni ne sono attivista, mi sono reso conto che avrei dovuto farlo prima
In fondo sappiamo tutti benissimo che queste organizzazioni di mafia sono capaci di uccidere le persone senza farsi scrupoli, quindi come ha fatto a reagire d’innanzi alla sua esperienza in maniera così coraggiosa e senza preoccuparsi della vita sua e dei suoi cari… Su quali basi?
Filippo Casella, imprenditore: Si è vero che la mafia ha ucciso qualche imprenditore nel passato ma ciò è accaduto perché si era soli. E’ accaduto anche per Libero Grassi abbandonato e isolato da Confindustria di cui pure faceva parte. La mafia con questo omicidio ha voluto mandare un messaggio di terrore per tutti i commercianti ma così facendo ha solo chiuso un paio di bocche aprendone migliaia In quelle condizioni non era possibile andare avanti,chiudere l"attività era una scelta devastante.
La sua famiglia lo ha sostenuto nella sua decisione di ribellarsi ?
La nostra è un’azienda a conduzione famigliare tutti noi abbiamo vissuto l"esperienza negativa di quel periodo. I miei figli tuttavia non hanno avuto nessuna esitazione,anzi volevano che avessi denunciato prima. Per tutta risposta nel 2007 hanno costituito un’altra azienda che va benissimo.
Sono convinto infine che chi paga il pizzo mette in difficoltà chi si vuole ribellare ed è responsabile per la crescita del fenomeno,molte volte la paura è un alibi.
Questo fenomeno si sta verificando anche nella fascia 13-15 anni che si ritrovano a chiedere pizzo e minacciare bambini piccoli.. Anche in luoghi sicuri come le parrocchie.. Quale sarebbe la soluzione adatta per risolvere questo problema? Grazie.
Si è parlato del problema dei commercianti, ma non si è tenuto conto del dilaniare della delinquenza nelle discoteche, si può qui intervenire?
Alberto: Come abbiamo detto in altri casi, non esistono soluzioni univoche ai problemi in genere,e così a questo tipo di problemi. Ma una cosa è certa: ciò che accomuna tutte le soluzioni che si potranno adottare è l'esigenza che cambi radicalmente il nostro atteggiamento e quello della gente che ci sta attorno.
In discoteca o in parrocchia, così come in altri ambienti, l'atteggiamento dovrebbe essere sempre lo stesso: non fare finta di niente, provando ad intervenire con intelligenza ma allo stesso tempo con fermezza, isolando i violenti e aiutando le persone in difficoltà e che si sentono, in quel momento, sole. Fino a denunciare alle forze dell'ordine, dove occorre, tutti gli episodi di cui si è testimoni. Una cosa è certa: tutti i danni che facciamo oggi con la nostra omertà o con la superficialità li pagheremo con gli interessi domani. In qualsiasi tipo di contesto, infatti, tutti coloro che vogliono affermare le proprie ragioni tramite la violenza si fanno forza del disinteresse generale e del fatto che non si riesca a fare squadra quando occorre. Pensate ad un paio di ragazzi che facendo i bulli o i violenti si trovassero ad un certo punto decine di ragazzi contro; non qualche "eroe", ma la totalità delle persone che si trovano davanti: scomparirebbero immediatamente. Ma per far questo bisogna ogni giorno coltivare la cultura della legalità e dell'interesse; normalmente, ordinariamente e senza slanci particolari, tra i propri amici...scherzando e ridendo, ma essendo fermi su alcune cose, perché ne va di tutti noi. A volte anche a rischio di sembrare pesanti o pedanti; ma per cambiare le cose bisogna provare a essere diversi. Noi ci stiamo provando e ci piacerebbe che anche voi faceste lo stesso.
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